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Nicht alles Schlechte schadet

Renata
Giovanoli-Semadeni
19.10.20 - 04:30 Uhr
BILD PIXABAY
BILD PIXABAY

Das Zusammenleben der Sprachen und Kulturen in Graubünden: Das ist das Thema der Kolumne «Convivenza», die wöchentlich in der «Südostschweiz» und der romanischen Tageszeitung «La Quotidiana» publiziert wird.

Von Renata Giovanoli-Semadeni*

Im Dorfladen wurden wir anfangs Frühjahr informiert, dass die Blumen für die Fenstersimse sowie die Setzlinge für den Gemüsegarten nicht bestellt werden konnten.

Ich folgte dem Beispiel einer älteren Bäuerin in meinem Dorf, die seit einigen Jahren Blumen und Gemüse in ihrem schönen, grossen Gewächshaus anpflanzt, und blätterte im Katalog einer Firma, die Samen für Pflanzen anbietet, die an unser Klima gewohnt sind. Ich bestellte schliesslich Blumensamen und Samen für verschiedenes Gemüse.

Nachdem ich einige Kassetten und verschiedene Töpfe vorbereitet hatte, säte ich nach und nach die Blumen und das Gemüse und fand ein ganz kleines Gewächshaus, in dem ich ihnen ein besseres Klima anbieten konnte. Ich durfte aber nicht vergessen, den Deckel in den Mittagsstunden ein wenig zu öffnen, denn sonst wäre die Temperatur zu sehr angestiegen.

Einige Samen sprossen sofort, andere brauchten etwas länger und andere wiederum wuchsen nicht gut.

Ich sagte mir «Aus Schaden wird man klug» und beriet mich mit einem Nachbarn, der seit Jahren Blumen anpflanzt und sie dann in seinen Garten setzt. Er empfahl mir, die feinere und leichte Erde fürs Pflanzen zu verwenden und kleine Behälter zu besorgen, die einen Deckel haben, den man je nach Aussentemperatur aufsetzen oder abnehmen kann. Diese Behälter sind ausserdem viel leichter und einfacher zu transportieren als meine sperrigen Kassetten!

Nach einigen Wochen topfte ich die grösseren Pflänzchen in Joghurtbecher um, in deren Boden ich ein Loch gemacht hatte. Im Mai pflanzte ich sie definitiv in die Töpfe für die Fenstersimse und in den umgegrabenen Gemüsegarten ein.

Weisse und rote Löwenmäuler, rosa und weisse Kosmeen, gelbe und orange Kapuzinerkresse, verschiedenfarbige Margeriten und weisse Glockenblumen erfreuten uns den ganzen Sommer, indem sie uns von den Fenstern her anlachten, wo vorher nur Geranien oder Petunien waren. Auf dem Feld wuchsen die Zucchini und Bohnen, die ich gut gedüngt hatte, gut, während die Randen und Kartoffeln klein blieben und mir zu verstehen gaben, dass ich nächstes Jahr das ganze Feld mit guter Gülle düngen muss. Glücklicherweise haben wir im Bergell viele Biolandwirte, und eine Bäuerin aus dem Dorf hat mir schon einen Karren voll Ziegenjauche versprochen, ohne Stroh, allerbester Dünger.

Im nächsten Jahr werde ich wieder Blumen und Gemüse säen und umpflanzen; dabei werde ich versuchen, meine Fehler nicht zu wiederholen.

Ich finde es sehr wichtig, all jene Pflanzen zu Hause anzubauen, die hier mit Leichtigkeit wachsen, und so unnötige Transporte zu vermeiden und der Erde die Pflege zukommen lassen, die sie verdient. So entdecken wir die Freude wieder, die Erde zu bearbeiten und in engem Kontakt mit der unberührten Natur unserer Täler zu sein. Wenn wir das tun, werden wir uns einer guten Gesundheit erfreuen!

*Renata Giovanoli-Semadeni ist Redaktorin des «Almanacco del Grigioni Italiano» für das Bergell. Sie widmet sich leidenschaftlich der Pflege der Bergeller Mundart.

 

Non tutto il male viene per nuocere

Di Renata Giovanoli-Semadeni*

Nel negozio del villaggio all’inizio della primavera scorsa ci hanno informati che non potevano far arrivare i fiori da mettere sui davanzali delle finestre né le piantine di verdura per l’orto.

Seguendo l’esempio di un’anziana contadina del mio villaggio, che da diversi anni semina fiori e verdura nella sua bella serra grande, ho sfogliato il catalogo di una ditta che vende semi di piante abituate al nostro clima. Ho dunque ordinato semi di fiori e di svariate verdure per l’orto.

Dopo aver preparato alcune cassette e diversi vasetti, ho seminato man mano i fiori e la verdura e trovato una minuscola serra in cui offrire loro il clima migliore. Dovevo però ricordarmi di aprire un poco il coperchio durante le ore pomeridiane, altrimenti, con i raggi del sole, nella serra la temperatura sarebbe salita troppo.

Alcuni semi sono germogliati subito, altri hanno impiegato più tempo e alcuni non sono cresciuti bene.

Mi sono detta che sbagliando s’impara e ho chiesto consigli a un vicino che da anni semina i fiori che poi trapianta nel suo bel giardino. Lui mi ha consigliato di utilizzare il terriccio per la semina, più fine e leggero, e di comperare piccoli contenitori che sono muniti di un coperchio da mettere o togliere a seconda della temperatura esterna. Inoltre questi contenitori sono molto più leggeri e facili da trasportare delle mie ingombranti cassette!

Passate alcune settimane, ho trapiantato le piantine più grandi in vasetti di yogurt a cui avevo praticato un buco nel fondo. Nel mese di maggio le ho piantate definitivamente nei vasi per i davanzali e nell’orto dissodato.

Bocche di leone bianche e rosse, cosmee rosa e bianche, nasturzi gialli e arancioni, margherite variopinte e campanelle bianche ci hanno rallegrati durante tutta l’estate, sorridendoci dalle finestre che prima erano decorate solo da gerani o petunie. Nel campo, le zucchine e i fagiolini, che avevo ben concimato, sono cresciuti bene, mentre le barbabietole e le patate sono rimaste piccole e mi hanno fatto capire che l’anno prossimo dovrò concimare tutta la terra con tanto buon letame. Per fortuna in Bregaglia abbiamo tanti contadini che praticano l’agricoltura biologica e una contadina del villaggio vicino mi ha già promesso un carro di letame di capra, privo di paglia e molto fertilizzante.

L’anno prossimo ripeterò il lavoro di semina e trapianto di fiori e verdura, cercando di evitare gli sbagli fatti.

Trovo molto importante tornare a produrre a casa nostra tutti quegli ortaggi che qui crescono con facilità, evitando trasporti inutili e dando alla nostra terra quella cura che essa merita. Riscopriremo la gioia che proviene dal lavorare la terra, in stretto contatto con la natura incontaminata delle nostre valli. Così facendo, ci manterremo in buona salute!

*Renata Giovanoli-Semadeni è redattrice dell’«Almanacco del Grigioni Italiano» per la Bregaglia. Si dedica con passione alla cura del dialetto bregagliotto.

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